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Investigatore privato nell'inchiesta per poliziotto corrotto
Il sovrintendente della polizia di Como aveva moltissimi amici, ai quali prestava favori e informazioni riservate. Se da un lato poteva avvalersi della consulenza di investigatori privati, dall'altro proprio un investigatore privato gli aveva chiesto un paio di favori.
È quanto emerge dall'inchiesta che coinvolge il sovrintendente. L'investigatore privato avrebbe prima chiesto di pedinare una persona per conto di un suo cliente (dato che il sovrintendente aveva diversi contatti nel campo), poi di intervenire per reperire una donna belga, mai rintracciata nonostante le approfondite indagini.
L'investigatore privato non era l'unico ad avvalersi di questo personaggio, che sfruttava la propria posizione di tutore della giustizia per favorire chiunque ne facesse richiesta dietro compenso. Un giro di corruzione impressionante, che ha costretto gli stessi colleghi a lavorare alacremente per trovare tutte le connessioni.
L'investigatore privato faceva parte di un'agenzia investigativa di Como e i suoi rapporti con il sovrintendente sarebbero emersi da intercettazioni telefoniche inequivocabili. I rapporti tra il poliziotto corrotto e gli investigatori privati erano tali da poter fare qualsiasi richiesta, a fronte di una sostanziosa bustarella.
Le informazioni erano la merce di scambio del sovrintendente: veniva a sapere tramite i suoi contatti un'informazione che poteva essere importante (anche se coperta dal segreto istruttorio) e la diffondeva a chi pagava profumatamente per averla. Era quindi plausibile che il poliziotto creasse intorno a sé connessioni clientelari, volte a ricevere sempre più informazioni e (perché no) attirare nuovi clienti disposti a pagare per ottenere qualche segreto d'ufficio.
L'investigatore privato rientra nella vicenda solo in un secondo tempo. Gli inquirenti scoprono che è lo stesso sovrintendente a contattarlo per fargli la sua “proposta commerciale”. A quel punto, l'investigatore privato chiede una “consulenza” e i due finiscono per mettersi d'accordo sul prezzo in un paio di occasioni.
Gli inquirenti hanno messo sotto controllo il telefono dell'investigatore privato. Interrogato, l'uomo è ora inserito tra gli indagati, in quanto presente tra i “favoriti” del poliziotto corrotto. D'altra parte, l'investigatore privato sapeva benissimo che non si trattava di una procedura legale, ma ha richiesto comunque il “servizio”.
Ora la sua posizione si aggrava, mentre si cercano nuove connessioni tra gli investigatori privati e il sovrintendente corrotto.