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Consumo critico e consapevole, qual è il reale potere del consumatore?

Consumo critico e consapevole, qual è il reale potere del consumatore?

La nostra casa, il nido, il 'focolare domestico', simbolo della sicurezza della famiglia, sembra essere diventata un campo di battaglia sul quale infuria una guerra spietata, ogni giorno, combattuta in diretta televisiva con bordate di consigli per gli acquisti, raffiche di spot, cannonate di messaggi promozionali. Una guerra rivolta contro lo sporco impossibile, contro i batteri cattivi, gli insetti fastidiosi, contro l'opaco, contro la lentezza, la fatica, gli odori, la vetustà ...
Ma pochi sanno che il prodotto che promette, tra musica, fiori e profumi, pulizia ad oltranza della vostra casa non è altro che un prodotto chimico con forte potere corrosivo e aggressivo.
I prodotti chimici per la casa arrivano come geni buoni, travestiti con vesti colorate, promettendo pulito splendente in un batter d'occhio. Con loro, però, altre sostanze si intrufolano in segreto, mischiate anonimamente. Quello che gli ambigui compagni, nati dalla provetta, portano veramente è sventura: gas aggressivi nella stanza da bagno e negli armadi, sostanze gravide di veleni nei cosmetici, nei giocattoli, nelle vernici e nelle lacche; allergie e cancro negli shampoo e nei prodotti per la permanente; propellenti spray che lacerano lo strato di ozono; prodotti sanitari che in casa e nell'alimentazione attaccano il corpo. Tuttavia si stenta a crederlo, perché tutto è dichiarato, controllato, analizzato, testare e innocuo. Ma l'apparenza mai come in questo caso, inganna.... nascondono mille insidie.
Da scarti chimici senza valore nascono spesso numerosi prodotti senza senso, che non esistevano prima perché erano superflui. L'industria, con questo espediente, trova una nuova fonte di guadagno e risolve il fastidioso problema dello stoccaggio dei propri residui. Ovviamente a patto che il consumatore comperi tutte queste inutili 'novità'.

Il lavaggio ...del cervello
La pubblicità fa in modo che questo accada con metodi che sfiorano il lavaggio del cervello se non addirittura il plagio coatto.
 
Ci fanno credere che fare le pulizie di casa è un gioco da bambini.
La casalinga è aiutata da un'intera armata di assistenti infidi, dal detergente per il forno al deodorante per ambienti, passando dallo smacchiatore a mille saponi, schiume e lozioni intime.
Per compagni ha quelle creature animate e partorite dalla televisione e dalla pubblicità che le dicono che cosa fare e soprattutto dove andare ... naturalmente al più vicino supermercato, per riempire le borse (di che cosa non importa, l'importante è che sia molto e, possibilmente, qualcosa di nuovo).

Il consumo non è un fatto privato
Consumare e fare la spesa ci sembrano fatti banali che riguardano solo noi, i nostri gusti, le nostre voglie, il nostro portafoglio.
Eppure il consumo è tutt'altro che un fatto privato e non può essere affrontato badando solo al prezzo, alla qualità o alla quantità.
Il consumo è un fatto che riguarda tutti perché dietro a questo gesto quotidiano si nascondono problemi di portata planetaria, di natura sociale, politica e ambientale.
Come difenderci dall'acquisto forzato? Quando entriamo in un supermercato dobbiamo stare sulle difensive perché tutto è organizzato per indurci all'acquisto: musica, esposizione, colore e forme degli oggetti, dimensioni del carrello, pagamento cumulativo alla cassa.
Esiste tuttavia una regola fondamentale per difenderci dalla pubblicità e dal supermercato: quando facciamo la spesa, prima di prendere dallo scaffale o dal banco frigorifero un prodotto e metterlo nel carrello, fermiamoci a riflettere: questo prodotto ci serve davvero?

In moltissimi casi il nostro reale tenore di vita potrebbe non diminuire, ma nettamente migliorare se acquistassimo un numero minore di oggetti e scegliessimo solo quelli davvero necessari. Ad esempio in molti casi possiamo decidere di riparare qualcosa anziché fiondarci subito a comprarne un nuovo modello. E’ classico l’esempio degli elettrodomestici e della riparazione elettrodomestici.
Prima di farci travolgere dall’ultima offerta speciale per il nuovo frigo, lavatrice o lavastoviglie, chiediamoci prima se non ci conviene riparare l’elettrodomestico che abbiamo in casa, che magari nel corso di diversi anni di è anche dimostrato abbastanza affidabile.

Noi abbiamo il potere di scegliere!
Se è vero che il consumatore è ostaggio delle industrie dei beni e della pressione pubblicitaria, è anche vero, però, che lo stesso mondo produttivo, così avvezzo a condizionare profondamente il consumo, reagisce prontamente a ogni minima variazione e ad ogni nuovo orientamento del mercato.
È sufficiente un calo delle vendite del solo 5% un articolo per mettere in allarme le aziende che lo producono.
Ogni volta che andiamo a fare la spesa ricordiamoci che siamo potenti e che le imprese sono in una posizione di profonda dipendenza dal nostro comportamento come consumatori. Noi, infatti, con i nostri acquisti abbiamo la possibilità di far salire o scendere i loro profitti.

Proprio perché le imprese hanno tanta paura di noi, esse temano di dominare la nostra volontà spendendo miliardi in pubblicità. Dunque noi dobbiamo sforzarci di riappropriarci della nostra volontà decisionale e rivalutare il potere che abbiamo fra le mani. Un potere che preso singolarmente è certamente piccolo, ma che moltiplicato per milioni di persone può condizionare le più grosse multinazionali e al limite l'intero sistema economico.

E non sottovalutiamoci nemmeno in termini quantitativi: saremo almeno 20 milioni in Italia che comprano, consumano, producono, votano.

Il consumo 'critico'
Gli strumenti a nostra disposizione per condizionare le imprese sono due: il boicottaggio e il consumo 'critico'. Il boicottaggio è un'azione straordinaria e consiste nell'interruzione organizzata e temporanea dell'acquisto di uno o più prodotti per forzare le società produttrici ad abbandonare certi comportamenti.

Ma mentre il boicottaggio è un'iniziativa eccezionale che si concentra su un'impresa o su un prodotto, il consumo critico è un atteggiamento di scelta permanente che si attua su tutto ciò che compriamo ogni volta che andiamo a fare la spesa.
 
In concreto, il consumo critico consiste nella scelta dei prodotti non solo in base al prezzo e alla qualità, ma anche in base alla storia dei prodotti stessi e al comportamento delle imprese che ce li offrono.

In altre parole il consumo critico punta a far cambiare le imprese attraverso le loro stesse regole economiche, fondate sul gioco della domanda e dell'offerta.
Infatti scegliendo che cosa comprare c che cosa scartare, non solo segnaliamo alle imprese i comportamenti che approviamo e quelli che condanniamo, ma sosteniamo le forme produttive corrette mentre ostacoliamo le altre.
In definitiva, consumando in maniera critica è come se andassimo a votare ogni volta che facciamo la spesa.

Una rivoluzione tra le mura di casa
Accanto a una grande e costante pressione sociale, fondamentale per ottenere provvedimenti legislativi più severi in difesa dei consumatori e dell’ambiente, è oggi necessario avviare una silenziosa quanto efficace conversione qualitativa e quantitativa dei nostri consumi individuali.

Una rivoluzione che non ha bisogno di piazze, di cortei e di raccolte di firme. Una rivoluzione che viene giocata interamente tra le mura domestiche.
Apportare alla nostra vita domestica qualche piccolo cambiamento ad esempio, rappresenta un significativo contributo a questa rivoluzione. L'importante è iniziare.