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Imbrattamento muri, si rischia l’annotazione sul casellario giudiziale


Il caso

Il 20 aprile 2013 un writer dipinse un vagone della metropolitana di Milano, mentre era fermo a causa di una frenata di emergenza. L’opera gli è costata cinquecento ore di lavoro come imbianchino, in sei mesi, per sistemare un ufficio del Comune. La pena era stata stabilita dal sindaco e da allora Comune e magistrati sono riusciti, tramite la ricerca dati e la verifica d’informazioni, a scovare 63 writer e ad avviare 190 procedimenti. Fra due anni fa e l’anno scorso sono stati indagati 207 graffitari, sono state fatte 97 perquisizioni, sono state ritirate più di tremila bombolette e sequestrati e analizzati centinaia di cellulare, computer, videocamere e hard disk.

L’alternativa al processo

Negli ultimi tre anni il Comune e la Procura hanno collaborato per centralizzare le indagini e trovare un’alternativa al procedimento penale tradizionale, perché molti dei ragazzi fermati sono alla prima condanna, tanto da contestare anche l’associazione a delinquere contro un gruppo di graffitari. La soluzione è arrivata con la proposta di destinare i writer che decidono di collaborare a servizi educativi e ad attività socialmente utili.

Il casellario giudiziale

Il casellario giudiziale è un archivio istituito presso le Procure consultando il quale si può sapere se una determinata persona abbia a suo carico provvedimenti di condanna definitivi di carattere penale e civile. Se i writers scelgono di collaborare, dopo che avranno svolto le attività loro assegnate e che sarà valutato il lavoro svolto, il Comune acconsentirà a un patteggiamento per fargli avere il minimo della pena, senza che i loro nomi compaiano nel casellario giudiziale.

Cosa succede

La proposta del patteggiamento è avanzata una sola volta ai ragazzi, che molto spesso non hanno voluto o potuto accettarla e quindi sono andati avanti con il processo. Altre volte accade che i writer e le loro famiglie pagano il risarcimento: negli ultimi anni il Comune ha incassato 44mila euro tramite i patteggiamenti, 26mila disposti dal giudice dopo le condanne e 30mila per rimborsare le spese legali. Non che in questo modo il bilancio del Comune cambi di molto, ma l’importante è che passi il concetto di risarcimento per danni arrecati alla città. Spesso questa soluzione si è rivelata anche più efficace di una sanzione penale con sospensione della pena, perché pur di non pagare, i ragazzi preferiscono evitare di imbrattare i muri.

Procedimento e dati

Prima di iniziare a lavorare, i ragazzi hanno affrontato un colloquio, perché secondo il Servizio educativo adolescenti del Comune è importante far capire che i soggetti devono essere coscienti e assumersi la responsabilità di aver commesso un reato e non semplicemente di aver trasgredito a una regola. In più, i writer capiscono il concetto di impegno verso la comunità: un ufficio di sette piani del Comune è stato interamente imbiancato da questi ragazzi. Infine, con questo sistema i cittadini sono rassicurati sul fatto che i reati commessi non passano inosservati.